http://www.ilgremiodeisardi.org/joomla/administrator/index.php#
Get Adobe Flash player

Lettera a Eugenio Scalfari

 

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la lettera indirizzata dalla nostra socia Paola Mameli al fondatore di Repubblica, Eugenio Scalari.

Condividiamo tutte le domande di Paola  e le  sue preoccupazioni per lo stato di gravissima crisi economica e sociale  del Sulcis ed in generale della Sardegna.

E rimaniamo in attesa delle risposte del grande gironalista...se ci saranno.

 

Antonio Maria Masia

Presidente Il Gremio

 

 

 

Gentile Dott. Scalfari,


ho avuto modo di ascoltare l’intervista rilasciata da lei a Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa”.
Alla domanda: “perché gli italiani non pagano le tasse?”, lei  ha risposto: “uno dei motivi per cui gli italiani (almeno in gran parte) non pagano le tasse è perché non credono più nello Stato e si dimostrano, così, furbi, ma poco intelligenti”. Secondo me lei ha ragione,  ma fino a un certo punto.
Vorrei dimostrarle perché, secondo me, alcuni italiani non credono più nello Stato, prendendo ad esempio la realtà del Sulcis Iglesiente, posto nella costa sud occidentale della Sardegna, una vasta area industrializzata ora investita da una  depressione economica che ha raggiunto livelli drammatici.
Di seguito le riporto il resoconto di una delle tante proteste degli operai dell’Alcoa, ennesima fabbrica in dissolvimento della Sardegna: 
“Interruzione di pubblico servizio: questa l'accusa mossa a 31 operai dello stabilimento dell'Alcoa di Portovesme. I lavoratori erano stati identificati e denunciati dalla Digos per la manifestazione all'aeroporto di Cagliari Elmas, lo scorso 29 gennaio 2010. Erano state occupate le piste e lo scalo bloccato. Un blitz estremo all'interno della lotta che gli operai portano avanti da anni nel tentativo di impedire la chiusura degli impianti. Dopo quei fatti i lavoratori erano stati identificati e ora la Procura ha chiuso le indagini. Dovranno comparire davanti al giudice il 20 maggio 2014” ( Unione Sarda del 19 ottobre 2012).
Il dramma coinvolge tutto il territorio della neonata provincia di Carbonia Iglesias, diventata famosa per essere la Provincia più povera d’Italia e luogo dove, purtroppo,  sono nata e dove ora risiede ora la mia famiglia.
Solo con la crisi di questi ultimi anni sono stati licenziati 8.000 lavoratori.
Intere famiglie sono finite sul lastrico a causa della chiusura di diverse altre fabbriche e dell’indotto e numerosi sono i casi umani di disperazione e miseria. Una vera catastrofe.
Ora, per “contestare” in parte la sua affermazione Le chiedo: di quale Stato si parla quando Lei dice che gli italiani non pagano le tasse, perché non credono più nello Stato?
Una risposta riusciamo a darla nel Sulcis: qui non crediamo nello Stato perché in questa realtà lo Stato non è mai esistito.
Siamo donne e uomini che hanno fatto l’Italia come tutti gli altri, o siamo solo una classe operaia di seri B?
Siamo forse merce di scambio che viene comprata dalla classe politica in prossimità delle elezioni e poi scaricata subito dopo perché si vuole fare ciò che si vuole dopo essere stati eletti? Lo Stato dov’è?
Gentile Dott. Scalfari, io rispetto la sua onestà intellettuale e la sua saggezza, ma lo Stato in questo caso non dovrebbe forse dare un segno della propria esistenza? Oppure è sufficiente, secondo lei, dire: “faremo il possibile”, “non dipende da noi”, “ è una crisi internazionale”, e così via?
Vantiamo un diritto sacrosanto, quello del lavoro che la Costituzione tutela in primo  luogo.
Ci negano il diritto al lavoro. La cassa integrazione non è sufficiente e in breve tempo porta le persone alla frustrazione e all’indigenza.
Non dovrebbe lo Stato intervenire per salvare quelle fabbriche che producono e sono ancora competitivo in tutto il mondo? Inquinano, certo,  ma per intere famiglie sono l’unica opportunità di sopravvivenza.
Nonostante la sicurezza sul lavoro non sia tutelata nel migliore dei modi, e con la speranza che ciò venga attuata nel migliore dei modi, anche perché parliamo di una parte della Sardegna con un territorio caratteristico proprio per le bellezze naturali e paesaggistiche.
L’Alcoa ha già inquinato il nostro territorio e il corpo di molti operai, ha lucrato, e ora scappa col bottino già investito nelle banche americane.  Lo Stato non vede?
I nostri progetti di sviluppo sono sempre stati bocciati dalla classe dirigente, gli sprechi denunciati e poi archiviati dalle autorità di controllo (vedi l’allegata intervista dell’attuale Presidente della Provincia, Salvatore Cherchi che fornisce le prove di tutto ciò).
Ora, esiste un nuovo progetto che è il Piano per il Sulcis. Viene dalla politica, da una parte della politica condivisa, almeno a parole, da tutte o quasi le forze politiche locali. Si tratta di una proposta seria che dà allo Stato l’occasione per darsi una scossa e riprendere vitalità anche se   non risolve il problema attuale di emergenza sociale.
Lei che ha il potere di far sentire la sua voce attraverso la sua autorevole penna e i media potrebbe aiutarci a diffondere la nostra richiesta di aiuto, se poi nelle sue risposte c’è una soluzione ai nostri problemi tanto meglio.
L’attenzione dei media è ora rivolta alla politica che deve nuovamente presentare i propri candidati. Ma qui nel Sulcis si muore. Si muore di fame.
Berlusconi nell’ultima campagna elettorale per le elezione nella Regione Sardegna con il suo candidato in sardo (ora attuale Presidente della Regione Sardegna) è venuto nel Sulcis  e ha promesso agli operai dell’Alcoa che avrebbe chiamato il suo amico Putin il quale a sua volta avrebbe inviato i suoi amici (russi) imprenditori  per rilevare l’Alcoa.
Gli operai dell’Alcoa, ormai ex, stanno ancora aspettando gli amici di  Putin amico di Berlusconi.
Nel Sulcis, e dico purtroppo, non si parla più di politica: si parla di proposte per uscire dalla crisi che ha colpito un’intera provincia. La Regione da sola non ce la può fare. Ci sono in Sardegna anche altre realtà drammatiche, tra i pastori, i commercianti, gli artigiani. Una proporzione di disoccupati altissima in proporzione al nostro esiguo numero di abitanti.

Nel ringraziarla per un’eventuale risposta le invio cordiali saluti

Paola Mameli
Cagliari,  22 Ottobre 2012